Una notevole sessione di Focusing con il dolore derivante da un danno fisico grave

Di recente sono stata contattata da una donna che aveva sentito dire che il Focusing può essere efficace con il dolore fisico. Mi disse di non avere idea di cosa fosse il Focusing e che mi contattava perché le era capitato di leggere qualcosa che avevo scritto io, in cui affermavo che uno dei benefici del Focusing è la riduzione dello stress e del dolore fisico.

Quando le dissi che consideravo questi benefici come alcuni dei benefici collaterali del Focusing, mi parve piuttosto delusa. Ciò che stava cercando era un metodo o un trattamento che la aiutasse a rapportarsi al dolore causatole da una grave lesione al piede. Mi disse di aver vissuto in condizioni di dolore fisico costante per otto anni e che era stata sottoposta ad alcuni interventi chirurgici per rimuovere alcune ossa del piede e cucire assieme altre. Le era stato detto che la sola possibilità di gestire il dolore era una serie di blocchi ai nervi. Dal momento che il primo blocco ai nervi fu efficace per sole quattro settimane e richiese un’anestesia generale, non si sentiva pronta ad andare avanti con questa modalità. Le medicazioni le costavano 800 dollari al mese.

Mentre parlava, ebbi la sensazione che alcune sessioni di Focusing le avrebbero permesso per lo meno di vivere con tutto ciò, ma in un luogo interiore più tranquillo. Così le dissi che l’avrei vista a condizione che le fosse chiaro che personalmente non avevo idea di quanto efficace avrebbe potuto essere il Focusing con un dolore derivante da un danno fisico grave, e che preferivo che lei rimanesse aperta e disponibile a lasciare che fosse semplicemente il suo processo a guidarci, anche se poteva sembrare che non avesse nulla a che fare con il dolore.

LEGGI ANCHE:  Come ascoltare le proprie sensazioni?

Ci accordammo per incontrarci il giorno successivo.

Mentre le sedevo davanti, mi disse qualcosa di più della sua lesione e di come questa avesse cambiato la sua vita, passando dall’essere una persona molto attiva, che amava fare lunghe passeggiate con il marito, ad una cui bastava passare l’aspirapolvere in una sola stanza per sentirsi esausta, e che era in sovrappeso di quaranta libbre. Mi raccontò che un grumo di sangue dal piede era arrivato nel polmone e le aveva causato complicazioni che l’avevano messa in pericolo di vita. E a questo punto del racconto pianse.

Poiché percepii la sua necessità di raccontare le propria storia tutta in una volta, non volli dirle ancora nulla del Focusing… e quando smise di piangere mi sembrò giusto iniziare proprio da lì. Le spiegai che stavo per invitarla a notare come si sentiva nel corpo proprio ora e che forse potevamo usare questa prima sessione per fare conoscenza con il suo mondo interiore e con il processo di Focusing.

Le ricordai qualcosa che suonava come, “invece di fare della riduzione del dolore il nostro scopo, vediamo se possiamo rimanere aperte a qualsiasi cosa chieda la nostra attenzione, incluso il dolore”.

Così la sessione ebbe inizio. Dapprima, si presentò la consapevolezza di due tipi di dolore. Il dolore delle ossa, simboleggiato da un attizzatoio bianco e rovente incastrato nell’osso e girato. E il dolore di una bruciatura, come il peggior tipo di scottatura, ma sotto la pelle. E mentre tutto questo veniva riconosciuto lei percepì una morsa alla gola, una sensazione come di essere soffocata. Quando accettò di ‘sedersi accanto’ a tutto questo, la sensazione si modificò diventando in una spina nella fronte, quindi in una spinta verso l’alto a partire dal punto in cui veniva percepita la spina. Assomigliava ad una specie di mercurio che saliva fin dentro la testa attraverso la fronte, che premeva dall’alto in basso nella testa, dentro alla testa. Si trattava di una sensazione che andava bene. Nello stesso tempo, c’era la consapevolezza di un’energia simile a punture di spillo, che saltellava e andava a zig e zag avanti e indietro nel polmone sinistro e intorno al cuore. Si trattava di un’energia ‘maliziosa’ – un “gremlin”.

LEGGI ANCHE:  L’importanza del riflesso dei sentimenti

Poi, ci fu una maggiore consapevolezza della pressione e della spinta del mercurio. All’improvviso, la descrisse come se stesse andando giù per un tubo — whoosh! — fino alla base del tronco. Quindi questa seguì il percorso esatto del grumo di sangue che si era spostato dalla gamba al polmone sinistro alcuni anni prima. Seguì lo stesso percorso a ritroso.
Quando il “mercurio” raggiunse il piede leso, si allungò e si avvolse intorno al piede. Mentre accadeva tutto questo, all’improvviso la donna iniziò a scuotere la testa e a dire, “Non ci credo, è il dolore bruciante – ho sempre saputo che il dolore bruciante era il peggiore”. Quindi sgranò di scatto gli occhi, rotondi come biglie di marmo. A me venne quasi un attacco di cuore silenzioso, ma dissi, con la maggiore calma possibile, “Stai notando qualcosa che riguarda il dolore”. “Sì”, disse lei. “Il dolore bruciante sta sparendo!”.

La invitai a stare con tutto ciò e a fargli sapere quanto lei apprezzasse il cambiamento, e a stare, semplicemente, con tutto questo. Il dolore alle ossa divenne meno grave. A questo punto lei era così eccitata da non poter più stare tranquilla, quindi chiudemmo la sessione. La parte di Focusing di questa interazione durò circa trenta minuti.
Mentre rimanevamo sedute, entrambe quasi incredule, accogliendo tutto quello che il processo aveva significato per lei e prendendo una tazza di tè, lei notò che il resto del dolore bruciante era andato via e aveva lasciato il posto alla sensazione di un impacco ghiacciato.

Ebbene, tutto questo accadeva cinque settimane fa. Dopo quella sessione, suggerii che poteva andare bene proseguire con almeno tre sessioni, in modo che potesse imparare ad ascoltarsi da sola in “a Focusing way”. Fino ad oggi ha sentito il bisogno di una sola sessione in più, e se la cava molto bene. Per la maggior parte del tempo è libera da entrambi i tipi di dolore.
Oggi mi racconta più diffusamente come tutto questo abbia avuto impatto sulla sua vita. Ora riesce quasi sempre a dormire tutta la notte. Prima dormiva solo un paio d’ore. Gradualmente è dimagrita, all’incirca di una libbra alla settimana; il piede ora non le si gonfia più – prima delle sessioni, al pomeriggio non riusciva quasi mai a portare le scarpe – e ha ridotto di circa un quarto le sue medicazioni.

LEGGI ANCHE:  Focusing e spiritualità: Buddhismo

E forse la cosa più importante, per usare le sue stesse parole: “Prima di questo volevo sempre che le cose fossero diverse – ero molto scontenta, di me e della mia vita. Se ci penso, il Focusing ha reso gioiosa la mia vita. E’ quello che oggi mi dico con semplicità quando non riesco a fare le cose che facevo di solito. Ora la mia prospettiva è completamente diversa”.
Avendo assistito a tutto ciò, sento ancora di poter dire che la riduzione del dolore fisico è uno dei benefici collaterali che possono verificarsi grazie al Focusing… bè, forse oggi posso dire che è un grande beneficio collaterale.